Carissimo don Germano,
Mi viene naturale scriverti e ringraziarti per il bene che ricevo da te e dalla tua comunità. Ti chiedo di trasmettere a tutti il mio grazie più profondo.
In questo periodo particolarmente toccati con la morte di Giulio, mi ha dato tanta consolazione l’affetto delle persone care. Mi chiedi come vivo la morte di questo amico carissimo.
Ho bisogno di credere che tutto questo sia un segno di Dio, che abbia voluto svelarci attraverso la morte crudele di questo ragazzo, il senso più profondo del cammino che stiamo facendo: il martirio.Ora è svelato che il lavoro che stiamo facendo tra i poveri non è accettato dai terroristi: la carità di Gesù va contro alla idee rivoluzionarie di questi uomini.
Per noi è chiarissimo che Giulio è stato ucciso perché ubbidiva a Gesù facendo la carità, così come è chiaro che non riusciamo a continuare a stare qui in mezzo ai poveri se non è per Gesù.
Così è ben lontana in noi la più pallida parvenza di allearci a teologie della Liberazione che vogliono la chiesa a fianco del povero e giù di li, che sembrano il programma di un partito politico.
Le sconfitte quotidiane che riceviamo ci fanno cercare la risposta del nostro stare qui, da tutt’altra parte, fuori da ogni prospettiva umana … solo per Gesù.
Allora prendono colore e verità le parole del Vangelo: “Chi ha preso in mano l’aratro e si volta indietro non è più degno di me … Dopo che avrete fatto tutto sappiate che siete servi inutili …”
Ecco la scoperta del mio stare qui a S. Luis, solo Dio deve contare nella mia vita. Io che sono al buio, che non avverto niente di Lui, devo mettere Lui al primo posto, vivere come se Lui ci fosse.
Ed ogni giorno tocco con mano la beffa diabolica che Dio non c’è, fino all’assurdo della morte di Giulio. Poi un grido: GESÙ … salvami!!!
Rimane il vuoto di questo grido, nessuno risponde, solo bocche da sfamare, ragazzi da seguire, da curare, problemi su problemi.
Una luce l’ho trovata, si chiama Carità.
Illumina il vuoto del nostro fare e dà vita ad ogni gesto di bontà, di amore e di perdono.
È la scoperta di una sorgente che può condurre a Dio, a Gesù, attraverso la carità, l’amore arrivare a Gesù.
Ecco che prende senso anche la morte di Giulio, attraverso la carità Gesù può fare il miracolo di trasformare la morte drammatica di un amico in un tesoro prezioso come il sangue degli antichi martiri.
Ma questo è un miracolo di Gesù, a me viene chiesto di buttare la rete solo sulla sua parola, lo faccio al buio, e quanti peccati mi ritrovo.
La grazia che ricevo è che solo amando imparo a conoscere qualcosa di Gesù, è per questo che tento di prendermi a cuore i ragazzi, è per questo che tento di essere Padre.
È sempre forte la tentazione di convincere gli altri con le mie parole, così come ora faccio con te.
Invece so che devo solo soffrire per questo Gesù, soffrire perché sia Lui al centro. Così come Gesù ha dovuto soffrire e morire in Croce perché il Padre lo glorificasse.
Così la verità sta sempre nell’accettare di morire, che è la parte umana che ognuno di noi deve vivere.
Al Signore spetterà il miracolo di trasformare la nostra povera vita in un segno della sua grandezza.
A Giulio fu trovato nella camicia un biglietto intriso di sangue dove era scritto in grande JESUS.
Così di fronte alla sua morte solo GESÙ ha potuto salvarlo, solo GESÙ doveva contare, è il messaggio che ha lasciato a noi. Attorno al nome di Gesù, al sangue, c’era la lista delle cipolle, della verdura da comprare per Yanama.
A Gesù attraverso la carità.
Ti abbraccio
P.Daniele
San Luis, 24/11/92