truzione
OMELIA NEL XXII ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL SERVO DI DIO DANIELE BADIALI.
Il tempo di Quaresima ogni anno inizia con la domenica delle tentazioni di Gesù, cui segue la domenica della Trasfigurazione. In questo modo la liturgia ci indica già la meta della stessa Quaresima, che è la Pasqua di risurrezione. In questo contesto noi facciamo il ricordo di P. Daniele.
Quest’anno ci aiuteranno i testi di tre lettere, due di P. Daniele e una di P. Ugo, che ci daranno qualche spunto di riflessione insieme alla Parola di Dio di questa domenica.
Il racconto della Trasfigurazione di Gesù, secondo il Vangelo di Matteo, termina con queste parole di Gesù: “Non parlate a nessuno di questa visione prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti” (Mt 17,9). Con questo Gesù ci dice che la Trasfigurazione ci mostra la gloria che Gesù raggiungerà dopo la sua morte nella risurrezione, e solo dopo questa si potrà capire il senso di quella visione.
“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”: la Quaresima ci purifica il cuore e gli occhi, perché possiamo vedere Dio, questa sera anche nel volto di P. Daniele. È la missione del prete, quella di essere trasparenza di Dio e del suo amore. P. Ugo lo scriveva a P. Daniele in occasione della sua Ordinazione a presbitero nel giugno 1991: “Diventare PRETE è essere ordinati per manifestare una certa faccia di Dio. E’ come immettere una certa qualità di geni o ormoni per cui anche la tua faccia sarà più vera, più attraente più buona. Gli aggettivi appena scritti sono poveri di significato, se invece posso scrivere sulla tua faccia GESU’, sembra che il miracolo avvenga misteriosamente nella ORDINAZIONE. Certo NOI NON CAPIAMO.
Per questo ci inginocchieremo con semplicità, contenti di farlo. Canteremo allegri, che, pur non vedendo ci fidiamo di Gesù.
Tutta la tua vita dovrai chiedere perdono di non essere in grado di “manifestare Gesù”, ma non ti stancherai mai di recitare la tua parte”, nel senso che cercherai sempre di manifestare Gesù con la Parola, con l’Eucaristia, con l’amore ai piccoli e ai poveri.
Ricordiamo queste parole di P. Ugo sapendo quanto egli sia stato maestro e padre per P. Daniele, e quanto questi sia stato docile verso di lui.
Infatti in una lettera di P. Daniele del 18 febbraio 1997, un mese prima della sua morte troviamo queste parole: “Mi appare solo questo il cammino buono che devo vivere, non ribellarmi mai, essere abbandonato (cioè abbandonarmi alla volontà di Dio), ricevere ogni colpo senza chiedere nulla.
(Per) me chiedo solo compassione …perdonatemi….nient’altro (P. Ugo gli aveva detto: Tutta la tua vita dovrai chiedere perdono di non essere in grado di “manifestare Gesù”). E continua P. Daniele: “Come se per poter aiutare a guardare verso Gesù devo annullarmi e accogliere ogni dolore”. Questa consapevolezza diventerà vera soprattutto nella sua morte, nella quale P. Daniele proprio annullandosi e scomparendo, si è unito e fatto simile alla morte di Gesù.
Sono 22 anni che riflettiamo sulla morte di P. Daniele per capire la sua vita. Colpiscono alcune frasi scritte da lui a P. Ugo nell’ottobre 1992, poco dopo l’uccisione di Giulio Rocca, avvenuta il 1° giugno 1992. Scrive P. Daniele: “Nella chiesa il sangue dei martiri è sempre stato considerato un tesoro prezioso, i santi più vicini a Dio. E Gesù ha premiato con una morte violenta simile alla sua Giulio. Fosse tutto questo per dire ad ognuno di noi: “Coraggio, il vostro cammino porta alla santità più perfetta, al martirio”… e il sacrificio di Giulio fosse la prova chiara che Dio ama l’OMG al punto di chiamare un suo ragazzo allo stesso modo con cui chiama i martiri?”.
Leggere queste parole adesso, più che una profezia le accogliamo come una coerenza profonda al significato della santità che P. Daniele vedeva assimilata al martirio: “Coraggio, il vostro cammino porta alla santità più perfetta, al martirio”. Per lui, come per Giulio, è stato vero alla lettera. Ma la santità assimila a Cristo anche in altri modi, come nella verginità per il Regno e nella Carità.
San Paolo ci ha detto nella seconda lettura: “La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (Fil 3,20s).
E’ vero: Gesù ci rende partecipi della sua trasfigurazione unendoci al suo sacrificio di morte e di risurrezione. Gesù infatti prima di essere trasfigurato nella gloria è stato sfigurato nella passione, tanto da non essere riconosciuto come uomo (Is 52,14). Sulla croce fu riconosciuto solo dal centurione romano, che, esperto di crocifissioni, capì che quel crocifisso era diverso dagli altri e disse: “Davvero costui era Figlio di Dio (Mt 28,54).
Viviamo il ricordo di P. Daniele che ha seguito Gesù in vita e attraverso la sua morte lo ha raggiunto nella gloria del Cielo. Questo nostro amico può così diventare per noi un modello, un aiuto e una speranza, insieme a quanti condividono con lui l’ideale di vivere la carità, e aspettano l’incontro finale nella misericordia di Cristo. E non dobbiamo stupirci se qualcuno ancora si chiederà: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?” perché l’importante è che ci abbia visto Lui.
PRESENTAZIONE
In cammino con p. Daniele.
Nell’anno del sinodo dei giovani il segno del camminare insieme dietro la Croce è la proposta per ricordare e continuare a vivere sui passi della carità di Gesù insieme a un giovane prete testimone del Vangelo che ha offerto la sua vita in missione.
La croce bianca di p. Daniele (quella da viaggio!) da Ronco raggiungerà l’assemblea sinodale del 10 marzo, passando per l’Ara Crucis e rimarrà in seminario tutta la settimana.
Mercoledì 13 marzo la croce sarà alla casa del clero per il ritiro del clero che sarà caratterizzato dalla figura di p. Daniele.
I ragazzi dell'Operazione Mato Grosso organizzeranno un campo di lavoro durante la settimana e al termine l’appuntamento sarà per tutti in seminario domenica 17 marzo per portare la croce in cattedrale dove, dopo una piccola meditazione con testimonianze, sarà celebrata la Messa nell’anniversario della morte. Al termine la croce sarà riportata in chiesa a Ronco. Canteremo con le parole di p. Daniele "se volare vorrai la croce porterai, col sorriso andrai, io ti aspetterò".
Nel cammino e in cattedrale ricorderemo la figliolanza di p. Daniele verso p. Ugo de Censi, fondatore dell'Operazione Mato Grosso, morto a 94 anni nello scorso dicembre a Lima (vedi in rassegna stampa gli alrticoli, in particolare quello di Gerolamo Fazzini) "Chiamati alla gioia" sulla via della croce e sui passi dei testimoni di santità.
Buon cammino!
don Mirko Santandrea,
vice postulatore della causa di beatificazione del servo di Dio p. Daniele Badiali.