Daniele Badiali nasce a Faenza il 3 marzo 1962 e viene battezzato l’8 marzo nella cappella della maternità.La sua è una numerosa famiglia di agricoltori, che abita nella campagna faentina, la parrocchia è quella di Ronco. Oltre al padre Luigi, la mamma Giuseppina, la sorella Alessandra, la famiglia è composta dai nonni Domenico e Ida, dagli zii Remo e Bruna e dai cugini Gabriele e Maria Grazia.
Riceve il sacramento della prima Comunione nel maggio del 1971 e nel settembre del 1973 riceve il sacramento della Cresima. La mamma così lo ricorda: “Un bambino tranquillo, gli piaceva studiare e leggere. La domenica venivano a trovarci gli zii e i numerosi cugini con i quali Daniele giocava volentieri. Gli piaceva cantare e si appassionò presto alla musica imparando a suonare la chitarra con qualche studio da privatista".
Dopo le scuole medie ha frequentato l’Istituto Professionale per l’Agricoltura di Faenza. Cambia il parroco a Ronco, nel 1974: arriva don Antonio Samorì, parroco attuale. Questi affronta la crisi adolescenziale del dopo-Cresima dei ragazzi più grandi della parrocchia, tra cui Daniele ed il cugino Gabriele, formando un piccolo gruppo che porta a conoscere varie esperienze di volontariato e per i quali organizza durante l’estate campi estivi in località dell’Appennino romagnolo.
Daniele così racconta quel periodo:
“Io ero un ragazzo che fino a dodici, tredici anni viveva tranquillamente in parrocchia qui a Ronco, vivevo con altri ragazzi, però vivevo una vita normale, tranquilla. Un bel giorno ho incontrato alcuni ragazzi che lavoravano per i più poveri. Mi hanno fatto conoscere delle realtà che io non avevo mai immaginato fino ad ora. Non pensavo che al mondo ci potesse essere gente che moriva di fame, io che non ero mai stato abituato a soffrire della mancanza di niente, i miei genitori mi avevano sempre dato tutto perché mi volevano bene. Questi ragazzi mi hanno fatto vedere che c’era gente che stava male e allora ho incominciato a chiedermi: che cosa sono io? Perché io devo stare bene e tanti altri stanno male? Ho incominciato a farmi domande serie, sul perché io stavo bene e altri stavano male, ecco allora come nascono le cose, da ciò che capita attorno a noi, uno si fa delle domande serie perché sarà così.”