A don Davide Marcheselli
Carissimo Davide, mi è tanto caro ricordarti assieme alla tua famiglia. Il vostro affetto mi fa tanto bene. Sappilo.
Vorrei imparare a voler bene così come le persone vogliono bene a me... Ci vorrà tanto tempo.
L’affetto che ricevo da tanti è un regalo inaspettato, del tutto gratuito.
È come un bicchiere d’acqua fresca durante una giornata di pieno calore.
Coraggio, Davide, sii sereno nel cammino che stai facendo, ti immagino in Seminario, ai corsi riuniti... Sì, ho nostalgia di tutto questo, soprattutto delle persone care lasciate...
Vedrai che tutto ciò che viviamo ha un senso, e tante volte la volontà del Signore passa attraverso ciò che non avremmo mai pensato.
Riconoscere i segni del Signore è molto difficile, io non sono capace. Però m’accorgo se ciò che vivo va verso la croce o meno. Da questo capisco che Gesù mi chiede di fare sacrifici e di prendere un cammino in salita.
Se non c’è la croce di mezzo dubito che sia il cammino di Gesù! E la croce non la scelgo io, sono gli altri che te la danno. È successo a Gesù e succede a chiunque procede verso il cammino del Vangelo. La scommessa è credere che Gesù, alle persone più care, possa dare come regalo la croce... Ai martiri succede così!!!
Io non sono a questo punto, stai tranquillo. Ciò che vivo è molto piccolo. L’unica grazia che ricevo è che sono obbligato dai poveri a dare via tutto ciò che ho. Sono loro che mi obbligano perché vengono sempre a bussare alla porta e finché non gli rispondi non ti mollano.
Questa è la povera gente e non c’è niente da fare, loro sono più vicini a Gesù di te.
Tutto ciò che vivo non è altro che la mia conversione. Ridare a Dio tutto ciò che ho ricevuto, tutto gli appartiene. Se non fossero i poveri a chiedermelo non mi accorgerei di avere così tanto.
In Italia non si vive questa urgenza perché siamo troppo sicuri di noi stessi e lontano da «pericoli improvvisi»... Solo la morte ci può fare aprire gli occhi.
Per questo, Davide, o si accetta Dio come padrone della nostra vita, o lo si rifiuta, lo si elimina. È ciò che
accade puntualmente anche a me ogni giorno. Mi ritrovo al buio, senza fede perché non so vivere per Dio ogni giorno, ogni peccato, ogni debolezza.
Sono la prova del mio continuo tradimento.
Devo avere il coraggio di guardare, nonostante i miei peccati, una carità più grande, di fronte alla quale saper chiedere perdono e sapermi rialzare ogni giorno per ricominciare con più slancio del giorno precedente.
Ti ringrazio tanto del bene che mi vuoi, lo ricambio allo stesso modo. Ti aspetto a San Luis per suonare la Vanessa* (fa un figurone unico!! è come vedere in Italia girare una Ferrari per strada) con tutti i ragazzi dell’Oratorio.
Un saluto caro a tutta la tua famiglia.
P. Daniele
San Luis, 9/3/92
* È un nomignolo dato alla chitarra OVATION regalata da don Davide a P. Daniele alla partenza dall’Italia.